CHRISTOPHER NOLAN: COLLEZIONISTA DI INCONSCI

Il Progetto Manhattan di Oppenheimer è sovradimensionato tanto quanto il Progetto Lazarus di un altro capolavoro di Nolan, Interstellar, e il progetto supereroico della trilogia del cavaliere oscuro.

Una citazione tratta dal primo capitolo della saga dell’uomo-pipistrello Batman Begins, descrive sapientemente la forte ambivalenza, le conseguenze incontrollabili e gli inganni nascosti nella velleità a superare la natura umana: “if you make yourself more than just a man… if you devote yourself to an ideal… Then you become something else entirely” (se fai di te stesso più di un essere umano, se diventi devoto a un ideale, allora diventi completamente qualcun’altro).

Anche in Memento Nolan cerca di superare la natura umana mostrandoci una trama fitta di colpi di scena. Sono momenti concitati e il tempo sembra scorrere velocemente per quanto accade, invece sono “momenti” dilatati. La percezione del reale non corrisponde a quella emozionale. Leonard, il protagonista, cerca di superare il senso di colpa per la morte della moglie creandosi nuove percezioni, riscrivendo-si addosso una storia che lo renda cieco e sordo al grande dolore e alla frustrazione che prova. In Inception troviamo Cobb, un “estrattore” di segreti dai sogni delle persone: anche qui, come in Following, torna il tema di infiltrarsi nelle vite degli altri, per “rubare” esperienze.

Il Cobb di Inception e il Cobb di Following sono ladri di memoria e di memorie. In tutti i film, sono presenti totem e oggetti-feticcio: i post-it di Memento su cui Leonard proietta e ri-crea la sua storia, la trottola di Inception che funziona in modo diverso in base alla soglia di coscienza e la scatola di Following, in cui Cobb va a frugare, negli appartamenti in cui irrompe. “Everyone has a box” (tutti hanno una scatola) - spiega in un passaggio del suo indottrinamento a Bill: la scatola è come una stanza del mondo interiore, una collezione inconscia di oggetti che astrattamente dipingono stralci di identità del proprietario. Ci sono anche gli attori-feticcio di Nolan: Michael Caine appare in 8 film su 12 e Cillian Murphy in 6.

Un altro riferimento curioso è l’adesivo di Batman sulla porta dell’appartamento di Bill in Following: molti anni dopo Nolan avrebbe girato la Trilogia del Cavaliere Oscuro. La circolarità che caratterizza la filmografia di Nolan si avvicina molto a una visione psicologica che fa spazio alle connessioni non lineari della storia oltre gli aspetti razionali.

Il fascino per questo mondo intermedio, tra la veglia e il sonno, la tensione tra coscienza e inconscio è molto presente in Insomnia e grazie alla scelta dell’ambientazione la sensazione di confusione “uroborica” è assicurata: il sole dell’Alaska non tramonta mai creando giornate infinite in cui la notte è alla luce del sole.

In Tenet il tema del tempo è doppiamente affrontato da Nolan, sia nella trama che nei colpi di pellicola. Anticipa, in questo caso, quanto troveremo in Oppenheimer: l’ossessione per la guerra (vista prima anche in Dunkirk) e di trovare un’arma segreta salvifica per l’umanità (un tentativo sublimato che ci possa assolvere dai peccati?).

Il tema dell’onirico, dell’inconscio, della giustizia, del dramma e della colpa entra prepotentemente nelle sceneggiature meravigliose che Nolan ci regala, come un filo conduttore, una trama che si dispiega lungo un continuum spazio-temporale. Tipico dei grandi registi.

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Nolan time is out of joint

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L’insuccesso degli sforzi pur generosissimi