Nebbia e rivelazione
Merletto di mezzanotte è un film del 1960. Diretto da David Miller e tratto da una pièce teatrale di Janet Green, la prima scena si apre con la protagonista Kit (Doris Day), ereditiera americana trasferitasi a Londra per aver sposato un uomo d’affari londinese che, avvolta da una fitta nebbia, sta attraversando Hyde Park ed improvvisamente sente una voce che la minaccia di morte. In questa scena troviamo molti elementi, come la nebbia, il parco, il luogo estraneo, che ci rimandano a una dimensione di estraniamento, qualcosa che confonde, che “annebbia” la mente, la coscienza. Lo sconosciuto, rappresentato dalla nuova città, la fumosa Londra, va conosciuto, passando attraverso il parco-bosco psichico che terrifica. È un viaggio di integrazione di un maschile sano, attraverso la conoscenza di un maschile manipolatorio e distruttivo incarnato da diverse figure (marito, polizia, complice) come vedremo nel dispiegarsi della trama. Il femminile appare inerme, fragile (come si soleva in quegli anni) ed in combutta con quel maschile tossico che non si affida alla creatività, ma è richiedente. Solo alla fine del film Kit, stremata, riuscirà a trasformare ed integrare quella parte maschile sana (rappresentata dal geometra incaricato di seguire i lavori di “ristrutturazione” dell’edificio) con un femminile positivo (rappresentato anche dalla zia Bea) che ha fiducia e si riconosce fiducia in sé. La scena che simboleggia “la rivelazione della psiche archetipica” (p. 224) la troviamo quando Kit, non senza fatica, scala la “torre alchemica”, cioè l’impalcatura. È una ascesa difficile per giungere a una visione dall’alto che cambia la prospettiva psicologica.
Se vi è piaciuta Doris Day, ma volete cambiare aria, potete spostarvi da Londra a Marrakech. L'uomo che sapeva troppo: Hitchcock su Ombra e Persona, tra etica e morale.
But as I walked through the foggy streets alone
It turned out to be the luckiest day I've known