Truffaut, Antonioni, Tarantino, Fincher: un incendio psicologico necessario

Burning Down the House. Questo brano dei T∀LKING HE∀DS, come lo stesso David Byrne ha dichiarato, parla di un incendio psicologico necessario: quando il luogo che dovrebbe rappresentare la sicurezza, la protezione, una base sicura, in realtà ci imprigiona, ci incastra e ci impedisce di crescere, bisogna bruciarlo, liberarsene, lasciarlo: “è tempo di saltare in mare aperto”. Il video di Burning down the house è una piccola opera d’avanguardia, per anni in cui sembrava necessario liberarsi di una positività tossica, tornata, tra l’altro, particolarmente in auge di recente. Liberarsi con energia delle introiezioni, essere critici e selettivi è importante per eliminare gli introietti insalubri. Bisogna stanare i “devi” di parenti e insegnanti, per decidere se respingerli o assimilarli. Ai bambini raccomandiamo “non andare vicino al fuoco!”, ma l'esperienza ci insegna che è possibile aggiungere legna al fuoco: l’importante è farlo con prudenza (O’Leary 2013). “Da blob omogenizzato devi trasformarti in un organismo differenziato e con dei confini, con idee, sentimenti e preferenze tue. Quando esci dai tuoi confini per unirti all’altro fai esperienza del fuoco, che si consuma gioiosamente e al contempo illumina” (traduzione nostra, Zinker 1998). Mordendo, masticando e digerendo la struttura originaria del cibo (la "casa", gli apprendimenti, qualunque stimolo) viene “distrutta” (incendiata) e trasformata per renderla simile all’organismo e utilizzabile per la sopravvivenza e la crescita.
In conclusione, come sottolinea Laura Posner Perls in How to Educate Children for Peace, l’aggressività non è solo energia distruttiva, ma la spinta indispensabile per ogni attività. “Non ci permette solo di attaccare, ma di fermare. Non solo di rubare, ma anche di difendere i nostri diritti” (traduzione nostra, Staemmler 2009). Il “riscaldamento” necessario rappresenta l'intensificazione della coscienza affinché la luce-fuoco possa essere accesa per illuminare il Vero Sé (Jung, Chodorow 1997).
In Fahrenheit 451, il primo film a colori di Truffaut, i pompieri devono distruggere i libri perché rattristano la vita, a favore della televisione. “Chi può spiegare il fascino del fuoco, che ci attira verso di esso, sia da giovani che da vecchi?” - dice il Capitano dei pompieri, mentre osserva i libri che bruciano. Montag, un outsider, cerca di opporsi all’ipocrisia del sistema: impara i libri a memoria e poi li brucia lui stesso, per non permettere al potere di perquisirglieli. Un mood simile hanno anche le esplosioni in Zabriskie Point. Qui Antonioni offre al pubblico anche l’altra faccia del fuoco: una scena di poliamore psichedelico tra “fiamme di polvere”. L’incendio di Tarantino, in Bastardi senza gloria, uccide lo stato nazista, serve a consegnarci una rinnovata immagine di giustizia collettiva. In Fight Club le esplosioni sono la versione 90s della resistenza al potere, nella scena epica davanti la vetrata con il sottofondo di Where is my mind? dei Pixies.

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